mercoledì 19 marzo 2014

Sfince di San Giuseppe

Che differenza ci sia tra una sfincia e una zeppola non lo so neanche io. So che nella Bibbia si parla di alieni, di fine del mondo e si parla di sfince. Da non confondere con la sfinge d'Egitto. Parlo delle sfince dolci. Quelle di San Giuseppe anche se lui non lo sa. La vampa e le sfince gli appartengono a sua insaputa. Gli arabi le chiamavano Sfang, ci mettevano il miele e ci hanno lasciato la ricetta; gli antichi romani le hanno chiamate sponghe. Sono dolci tipici palermitani ma ognuno ha le sue sfince. Erano un dolce povero consumato da afflitti e sconsolati. 
Ora, a Palermo sono delle grosse, grosse spugne soffici dalla forma irregolare. Si sono arricchite di crema così da fare "la loro porca figura". Si mette dentro attraverso un foro tutto e di più, ricotta, zucchero, cioccolata, zuccata a dadini e granella di pistacchi, scorza d'arancia candita e in cima come "la ciliegina sulla torta" anche quella. 
Alla fine nasce un dolce dal sapore vellutato e morbidissimo da cui si prende spunto, varie ed eventuali. Suo cugino, lo sfincione, gli ha copiato la morbidezza. Quando ci si sente senza forza o gonfie nella mia città diciamo - "Mi sento come "una sfincia". Senz'altro è alla sua morbidezza che facciamo riferimento anche quando imprechiamo a mò di sentenza "Stà sfincia" e sempre a parti mollicce ci riferiamo, o a cose che prima di dimensioni piccole poi si gonfiano a causa di stimolazioni esterne - quelle che noi donne non abbiamo per intenderci. 

mercoledì 5 marzo 2014

Terra, terra! La patata!



Abbiamo ignorato la sua origine per secoli, ma esisteva già ai tempi della creazione. Le sue proprietà allucinogene erano in grado di fare volare le streghe. 
Pianta ornamentale e cibo prezioso per gli animali a cui regalava esuberanza e turgide poppe piene di latte.
Detta "Pomo di terra" la patata venne confusa da Cristoforo e company; partirono per cercare altro e ci portarono la patata. In seguito continuò le ricerche un suo discendente, Colombo, il tenente. I primi che apprezzarono il suo sapore furono i francesi che non confusero tartufi per tuberi. Negli anni '60 Wilma per diventare famosa, in un mattino limpido, che la fece diventare "bambina piccolina" assai carina, nata sotto un cavolo e tra ciuffi di prezzemolo.