In Sicilia li chiamiamo "le pezze", abbiamo l'esclusiva bontà di un sapore dolce e delicato. I tenerumi crescono e vengono coltivati tra Giugno e Settembre. Sono i germogli e le foglie della pianta della zucchina, "la Lagenaria o zucchina serpente" per la sua forma stretta e lunga. Dolcezza e delicatezza in pochissime calorie. Rinfrescanti, disintossicanti, diuretici, sono una specialità siciliana, - nati a Ragusa e cresciuti a Palermo. Ricchi di ferro anche se risultano morbidi e vellutati. "Il cibo del conforto", per il ricordo che porta con sè. Chi di noi non vede una nonna o una mamma dietro ad un piatto di minestra con i tenerumi?
martedì 8 luglio 2014
I Tenerumi
In Sicilia li chiamiamo "le pezze", abbiamo l'esclusiva bontà di un sapore dolce e delicato. I tenerumi crescono e vengono coltivati tra Giugno e Settembre. Sono i germogli e le foglie della pianta della zucchina, "la Lagenaria o zucchina serpente" per la sua forma stretta e lunga. Dolcezza e delicatezza in pochissime calorie. Rinfrescanti, disintossicanti, diuretici, sono una specialità siciliana, - nati a Ragusa e cresciuti a Palermo. Ricchi di ferro anche se risultano morbidi e vellutati. "Il cibo del conforto", per il ricordo che porta con sè. Chi di noi non vede una nonna o una mamma dietro ad un piatto di minestra con i tenerumi?
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martedì 24 giugno 2014
Il Gelato
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martedì 10 giugno 2014
Il Sushi
Amo il mare ma ho sempre odiato le alghe che si affezionano alle gambe e lì restano attaccate a farmi compagnia. Ho scoperto che posso portarle in cucina con me che sono ricercate da alcuni palati giapponesi e non solo. Il sushi è un piatto prelibato; colla di riso arrotolato in alghe nere ormai morte. Preparare un buon sushi in casa è possibile senza spendere un occhio della testa. Il riso deve avere chicchi piccoli e tondi, una doccia e a nanna - va lavato e rilavato e messo a riposo. Fate silenzio.
martedì 3 giugno 2014
Una cucina, un monolocale, un figlio
Ho fame mamma, mi dice così mentre mi abbraccia. L'aereo è atterrato con cinque minuti di anticipo, sto a Pisa. Starò qui per un po'. Qui lo spazio conta, tutto ha una funzione sequenziale. Le diverse funzioni delle cose sono realtà. La sedia accostata al tavolo serve per consumare un pasto. Si sposta e si avvicina alla scrivania e comincia il tempo dello studio. Si tolgono i libri, si poggia il PC e ci si collega in giro per il mondo oppure parte la musica. Osservo tutto in veloce sincronia. Ci vuole poco a fare un giro panoramico, giro la testa e gli occhi per circa venti metri quadrati. Tocco confini e limiti. Per volare via guardo il tetto, da lì attraverso una finestra a giorno vedo il cielo e gli aerei che sorvolano la città. Il rombo dei loro motori che spezza il silenzio mi fa compagnia.
giovedì 17 aprile 2014
Pasta col forno
Impossibile non notarla. Spesso è avvolta in una coperta a quadri scozzese per tenerla al caldo che il forno non si può spostare. Trasportata con tutta la teglia in spiaggia o in campagna è la regina dei primi piatti siciliani e non solo - sto parlando della pasta col forno. Si usano gli anelli che ricordano gli orecchini delle donne africane. Ogni famiglia ha un modo originale di prepararla che si tramanda "di generazione in generazione".
La salsa deve essere concentrata, c'è chi usa i pelati con la carne, fa un ragù stretto e senza piselli; c'è chi ce li mette - i piselli primavera sono i più adatti anche d'estate. Il ragù è un arte e più stringe, più è buono, foglie di alloro e noce moscata ne esaltano il sapore.
martedì 1 aprile 2014
Il minestrone
Il minestrone fa bene alla salute, con le sue tante verdure ci regala vitamine e sali minerali e ci riscalda. Per me è sinonimo di dieta, ecco perchè ho cercato di prepararlo in un modo diverso.
Evitate di comprare quello in busta, ci trovate già tutte le verdure dentro, non le conoscete e non sapete come le hanno tagliate. Fatelo da voi, comprate le verdure che volete, selezionatele secondo i gusti e le stagioni.
Se volete un minestrone casto e puro non usate i piselli; per un minestrone che non si dà delle arie lasciate perdere i fagioli.
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mercoledì 19 marzo 2014
Sfince di San Giuseppe
Che differenza ci sia tra una sfincia e una zeppola non lo so neanche io. So che nella Bibbia si parla di alieni, di fine del mondo e si parla di sfince. Da non confondere con la sfinge d'Egitto. Parlo delle sfince dolci. Quelle di San Giuseppe anche se lui non lo sa. La vampa e le sfince gli appartengono a sua insaputa. Gli arabi le chiamavano Sfang, ci mettevano il miele e ci hanno lasciato la ricetta; gli antichi romani le hanno chiamate sponghe. Sono dolci tipici palermitani ma ognuno ha le sue sfince. Erano un dolce povero consumato da afflitti e sconsolati.
Ora, a Palermo sono delle grosse, grosse spugne soffici dalla forma irregolare. Si sono arricchite di crema così da fare "la loro porca figura". Si mette dentro attraverso un foro tutto e di più, ricotta, zucchero, cioccolata, zuccata a dadini e granella di pistacchi, scorza d'arancia candita e in cima come "la ciliegina sulla torta" anche quella.
Alla fine nasce un dolce dal sapore vellutato e morbidissimo da cui si prende spunto, varie ed eventuali. Suo cugino, lo sfincione, gli ha copiato la morbidezza. Quando ci si sente senza forza o gonfie nella mia città diciamo - "Mi sento come "una sfincia". Senz'altro è alla sua morbidezza che facciamo riferimento anche quando imprechiamo a mò di sentenza "Stà sfincia" e sempre a parti mollicce ci riferiamo, o a cose che prima di dimensioni piccole poi si gonfiano a causa di stimolazioni esterne - quelle che noi donne non abbiamo per intenderci.
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